La medica e la strega, il ruolo della donna nella storia della medicina

Una cara amica mi ha regalato questo libro: si vede che mi conosce bene, perché i temi trattati in “La medica e la strega” sono quelli che mi alimentano quotidianamente, che nutrono la mia missione e mi hanno spinta a scegliere un lavoro in cui il benessere delle persone passasse attraverso la natura e i suoi doni.

Il tema di fondo di questo libro è che, fin dall’antichità, la guarigione attraverso la natura sia stata appannaggio delle donne.

Non so se le donne hanno, per la loro natura più tendenzialmente “yin”, una particolare propensione per il lavoro con le erbe, la conoscenza dei rimedi, la cura del prossimo, o se queste abilità sono state attribuite al sesso femminile in virtù di una consuetudine – secondo la quale, mentre gli uomini, più “yang”, si occupavano della caccia, le donne si occupavano della casa, della cura. Insomma, non so se l’attenzione per il mondo della natura e il desiderio di occuparsi del prossimo siano caratteristiche prettamente femminili, ma sicuramente un tempo erano le donne a incarnarle, e questo libro offre una bellissima panoramica su numerose figure di “guaritrici” e “donne di medicina” che, a seconda dell’epoca e del luogo in cui si sono trovate a vivere, sono state onorate come “medichesse” o relegate ai margini della società in quanto “streghe”. Dopo un’introduzione sul ruolo della donna nelle società antiche, soprattutto in relazione alla sua capacità di curare, il libro offre un excursus sulle società primitive, caratterizzate dal culto della Dea; vediamo quali erano le dee di guarigione venerate dalle donne, in vaste aree europee, dall’Egitto all’area celtica; vediamo come è nata l’arte ostetricia e scopriamo via via e nomi e le storie di tante donne guaritrici, la maggior parte semi sconosciute, che hanno curato altre donne e diffuso la conoscenza delle erbe e dei rimedi naturali. Nel capitolo “Le mediche antiche” incontriamo figure che, dall’Egitto, alla Grecia, alla Gallia, all’antica Roma, sono accomunate dalla conoscenza delle arti mediche, molto spesso intrecciate con le arti magiche. Scopriamo così che, ben prima del Medioevo, in Europa, erano diffuse le cacce alle streghe: malattie, epidemie o disastri naturali erano sempre attribuiti alle donne, che erano giudicate fattucchiere maligne  e avvelenatrici. In mezzo alla massa anonima di donne curatrici, che operavano nelle case, in famiglia, oppure nei villaggi, alcune spiccano perché il loro nome è passato alla storia: incontriamo così Pesehet d’Egitto, Agnodice di Atene e soprattutto Metrodora di Costantinopoli, di cui possiamo leggere anche alcune delle ricette che sono state tramandate, a base di erbe, radici, argilla, vino e altri ingredienti facilmente reperibili in cucina. Si passa poi a indagare il rapporto fra donne, medicina e alchimia. Facciamo così la conoscenza con Maria l’Ebrea, che ha dato il nome al “bagnomaria” – un sistema per riscaldare o cuocere una sostanza senza farla entrare direttamente a contatto con la fiamma -, con Cleopatra e con Isabella Cortese, di cui non esistono notizie storiche ma che figura come autrice di un libro di cosmesi e alchimia, che nella seconda metà del 1500 ebbe un’enorme diffusione. Nel capitolo sulle “mediche di Dio” troviamo, tra le altre, Ildegarda di Bingen, a cui è dedicato un lungo paragrafo e della quale sono riportate anche diverse ricette per la cura di malattie e disturbi più o meno gravi. La sua coeva Trotula de Ruggiero è trattata nel capitolo dedicato alla medicina nel Medioevo. Se vuoi approfondire le storie di queste due donne straordinarie, in un certo senso mie muse ispiratrici, e scoprire cosa le accomuna, ti mando a questo articolo interamente dedicato a loro. E così via, di capitolo in capitolo, passando per le mediche di guerra e finendo con Rita Levi Montalcini, il libro ci accompagna a conoscere queste figure così affascinanti, di donne che a modo loro hanno cambiato la storia.

La maggior parte di loro ha lavorato nell’anonimato, ai margini dei villaggi, con un sapere empirico e straordinariamente profondo, trasmesso come un tesoro di generazione in generazione.

Alcune, le più colte, si sono distinte, hanno lasciato testi scritti, e noi ancora oggi possiamo meravigliarci delle conoscenze anatomiche, chimiche ed erboristiche delle nostre antenate. 

Dopo una pagina interamente nera, inizia l’ultima parte del libro: quella sulle streghe. Troviamo Circe, Medea, Morgana, e poi formule e pozioni delle herbane – le streghe conoscitrici delle piante – oggi le chiameremmo erboriste, ma con un tocco magico in più. Piano piano, andiamo incontro al declino: il libro racconta come la storia delle sacerdotesse, erboriste, donne di medicina si sia trasformata sempre più in una vera e propria guerra fra uomini e donne, ma anche fra la religione cristiana e i culti della dea della Terra, a cui da sempre, anche se inconsapevolmente, le donne si rivolgono per trovare sollievo, benessere e guarigione*. 

Se anche tu ti occupi di benessere naturale, se ami la medicina* popolare, la storia e il femminismo, se vuoi scoprire tante figure di donne, reali o mitologiche, e capire come si è sviluppata la storia della medicina dal punto di vista femminile, questo libro è per te! Il suo pregio è di essere composto di brevi capitoli tematici, quindi non richiede una lettura sistematica ma si presta benissimo a essere sfogliato e consultato all’occorrenza. Il mio suggerimento è di tenerlo a portata di mano, in modo da leggere ogni giorno la storia di una o due delle protagoniste, dedicando loro un pensiero e un “grazie”, perché è grazie al loro sapere, e talvolta al loro sacrificio, che la medicina e la medicina naturale* oggi sono accessibili a tutte e tutti noi.

* In tutto l’articolo uso i termini “medicina naturale” e “guarigione” in senso lato: la “medicina naturale” può essere di supporto alle terapie convenzionali e di aiuto in caso di semplici disturbi quotidiani, ma in presenza di qualsiasi patologia, rivolgiti sempre alla scienza medica. 

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