Quanto sei collegato al tuo intuito? È la tua mente che ha sempre il controllo o riesci, ogni tanto, a lasciarla in disparte per ascoltare i messaggi del tuo Daimon – la parte più autentica di te, quella che è collegata allo Spirito, e perciò molto più sapiente del solo intelletto?
La divinazione non è una pratica misteriosa e inquietante che serve per “prevedere il futuro”, ma è uno strumento utilissimo per lasciar affiorare l’inconscio e allenare la visione analogica, entrando in comunicazione, mediante simboli particolari o con l’interpretazione di segni o suoni, con il nostro Sé superiore. E così facendo non prevedere il futuro, bensì comprendere l’attuale momento evolutivo, punto di partenza per il futuro che, sapendo da che basi partiamo, potremo costruire al meglio.
Soprattutto se non hai un buon rapporto con il tuo intuito o se fatichi a percepire la scintilla che splende dentro di te, allora sviluppare la capacità di entrare in contatto con la tua parte più profonda – che per comunicare non usa il linguaggio, ma il simbolo – può davvero essere una via di comprensione e di trasformazione.
Scegliere uno strumento di divinazione (“azione divina”, ovvero quella di entrare in contatto con se stessi) è come scegliere un mezzo di trasporto: la meta da raggiungere è la stessa, che ci arrivi in treno, in auto o in nave. Ogni strumento ha la sua storia, la sua simbologia, la sua chiave di lettura. Tutti però ti portano dove devi arrivare: in quel luogo bellissimo in cui potrai conoscere te stesso in tutto il tuo splendore e in tutta la tua chiarezza – in modo che sia sempre più luminoso e chiaro il tuo cammino di vita.
I principali metodi di divinazione - un riassunto molto molto stringato
A me piacciono da sempre i tarocchi e le rune, la radiestesia e gli oracoli e ultimamente mi sono avvicinata al charmcasting, che ho ribattezzato “ninnolomanzia”, e alle sibille Lenormand. In realtà i metodi per fare divinazione sono pressoché infiniti, anche perché la divinazione è stata usata fin dalla notte dei tempi e dalle culture più disparate, ciascuna delle quali ha contribuito ad arricchire la già lunghissima lista di metodi e strumenti. Vediamo i principali:
- Tarocchi: è impossibile condensare in poche righe l’essenza di questo strumento di divinazione, di introspezione e di evoluzione. Sui tarocchi sono stati scritti decine e decine di libri, anche perché esistono infiniti mazzi con diverse sfumature interpretative. In tutti, però, ci sono alcune caratteristiche comuni: la presenza di 22 carte, chiamate Arcani Maggiori, che sono a tutti gli effetti degli archetipi, simboli delle forze, dei “moti dell’anima” e dei momenti della vita che tutti noi senza eccezione siamo chiamati a incontrare, e 56 Arcani Minori, suddivisi in quattro semi – a loro volta corrispondenti ai quattro Elementi naturali – che rappresentano quindi la materia, la quotidianità e i modi in cui le forze della vita si muovono nel mondo. Nel loro insieme i tarocchi sono un libro fatto di sole immagini che possono comporsi in infinite combinazioni, ciascuna delle quali racconta una storia e racchiude una porta verso la consapevolezza.
- Rune: le rune sono le lettere di un antico alfabeto norreno, il futhark. Sono segni molto stilizzati che secondo la leggenda sono apparsi a Odino, il padre degli dei Asi (le più importanti divinità del pantheon nordico), mentre stava appeso a testa in giù a Yggdrasil, l’albero cosmico della mitologia norrena. Odino si era immolato proprio per acquisire saggezza e conoscenza, che gli venne proprio dalle rune: questi segni, comparsi fra le radici del grande frassino sacro, sono i fili che compongono la tela del destino, e possono aiutare gli uomini e gli dei a comprendere meglio il loro percorso, illuminandone la via.
- Radiestesia: ovvero, il lavoro con il pendolo. La moderna radiestesia deriva dall’antica rabdomanzia, pratica per la quale è possibile percepire con il corpo la presenza di acqua sotterranea; il pendolo non è altro che un’antenna, che rende visibile, con i suoi movimenti, quello che il corpo sente, per quanto lieve e impercettibile con i sensi comuni. E non si tratta soltanto di acqua o materiali sotterranei: possiamo chiedere al pendolo di parlarci di noi, rendendo visibili i micromovimenti che facciamo involontariamente quando siamo connessi, anche solo con il pensiero, a qualcosa che ci piace e ci fa stare bene – e che quindi per noi è un “sì” o viceversa a qualcosa che ci è nocivo – il nostro “no”.
- Sibille Lenormand: come i tarocchi, il sistema oracolare creato da M.lle Lenormand (1768-1843) è basato su un mazzo di carte con figure che rappresentano semplici oggetti della vita quotidiana. La loro lettura è molto intuitiva, perché i simboli che compongono il mazzo sono universali (“la lettera”, “l’anello”, “la bara”, “la barca” e così via). Io amo molto queste carte per una divinazione semplice e quotidana, ma possono prestarsi anche a una lettura più profonda se messe in connessione l’una con l’altra mediante un gioco più complesso, chiamato Grand Tableau.
- Oracoli: in genere si tratta di mazzi di carte privi di un sistema predefinito: ogni oracolo è diverso dagli altri, sia per numero di carte che per significati. Spesso hanno un filo conduttore, talvolta ogni carta riporta una singola parola chiave o un intero messaggio. Si tratta di un metodo molto libero, che dipende soltanto dalla fantasia del creatore.
- Ninnolomanzia: In inglese si chiama “charm casting”, ovvero lancio dei ciondoli, oppure “curiomancy”, da “curios”, che indica un oggettino bizzarro da collezione. In italiano non esiste una traduzione, così ho inventato la parola “ninnolomanzia”: che dici, ti piace? Questa tecnica deriva dal “bones casting”, il lancio delle ossa, una pratica divinatoria in uso presso le antiche popolazione sciamaniche. Si pratica lanciando piccoli oggetti raccolti qua e là a ciascuno dei quali si attribuisce un significato, in base alle corrispondenze comuni e a quello che quella forma evoca nel “lanciatore”, e al suo sistema di riferimento: ad esempio, io ho dei ciondoli che rappresentano gli Archetipi planetari, altri che raffigurano i quattro Elementi… quello che mi piace della Ninnolomanzia© è che è assolutamente libera, non ci sono regole né linguaggi da memorizzare, è solo un gioco di simboli e delle loro connessioni su un telo – nel mio caso, un rettangolo di feltro nero – che rappresenta l’universo. Questa massima libertà di interpretazione però è ciò che rende la ninnolomanzia piuttosto ardua per le persone molto razionali, che hanno bisogno di studiare e di avere dei punti di riferimento precisi quando fanno divinazione… ma dopotutto, anche l’intuito è una pratica che va allenata!
Ovviamente la lista dei metodi di divinazione non finisce qui! Fra quelli più antichi e tradizionali c’è l’I Ching, la tasseomanzia, lo scrying… si può leggere la cera fusa e il volo degli uccelli, si possono usare carte da gioco o pagine di libri, nuvole e foglie, si possono cogliere con l’udito parole vaganti che rispondono proprio alla nostra domanda… Non c’è limite, basta soltanto un po’ di fantasia e di voglia di sperimentare, e ogni semplice gesto quotidiano può diventare un modo per comunicare con la nostra voce interiore. E’ sufficiente provarci!
Spesso però non è facile avere una visione chiara, quando si fa divinazione per se stessi: in questo caso, puoi rivolgerti a qualcuno con cui senti di poter entrare in risonanza, qualcuno che sappia interpretare i simboli per te, offrendoti una nuova prospettiva con la quale guardare il tuo mondo; che sappia ascoltare senza giudizio sia la tua storia, se vorrai raccontarla, sia i messaggi che arriveranno durante la lettura. Scegli una persona di cui ti fidi, in modo che le sue parole possano depositarsi come un seme nella tua anima, e aiutarti a vedere in ogni momento, anche in quelli più caotici, una luce nel tuo cammino.